Ammetto di conoscere poco Roberto Vecchioni, almeno nella più nota delle sue sfaccettature, quella di cantautore. In passato avrei detto che non fosse nelle mie corde, ma in tempi abbastanza recenti ho iniziato ad avvicinarmi alla sua produzione musicale.
D’altra parte, assistendo ai molteplici e costanti interventi in televisione, ho sempre apprezzato il suo modo di raccontare e divulgare tipico dell’insegnante di liceo, quale è stato per trent’anni. Proprio su quest’ultima attività è incentrato il libro "Lezioni di volo e di atterraggio" (Einaudi, 2020). Quindici storie, o meglio quindici lezioni che vedono il Prof. Vecchioni protagonista principalmente con i suoi alunni durante le ore di lezione all’aperto a Parco Sempione. In più, c’è spazio per aneddoti con amici illustri quali Alda Merini e Fabrizio De Andrè, che riportano chi legge alla dimensione umana e conviviale di tali artisti.
Ogni capitolo, con le relative peculiarità, spinge il lettore a compiere il salto e volare attraverso quella cultura che si snoda trai Vangeli e Socrate, passando per Omero e Spoon River. Dal confronto vivo e a volte vigoroso tra docente e scolari, ma anche interno a questi ultimi, emerge il grande amore per una conoscenza che rifugge da ogni lezione fine a se stessa e impartita dall’alto. Inoltre, la ricerca di una o più verità passa sempre per un processo condiviso e sinceramente democratico, il quale fa si che una volta atterrati ci si senta arricchiti nel cuore e nella mente.
Comments