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“Gli assassini sono nostri ospiti” (1974) di Vincenzo Rigo

Aggiornamento: 31 ott

Gli assassini sono nostri ospiti”, diretto nel 1974 da Vincenzo Rigo, rientra in quella categoria di film che utilizzando un termine contemporaneo potremmo definire “fluidi”. La trama del titolo in oggetto poggia a prima vista sui canoni tipici dei generi thriller e poliziottesco, all’epoca in voga sul mercato cinematografico nostrano.

Il plot è focalizzato sulla vicenda di una coppia, il Dott. Guido Malerba e sua moglie Mara, che nel corso di una serata come tante altre divengono ostaggi di tre criminali all'interno della propria abitazione. I banditi hanno rapinato poche ore prima una gioielleria del centro di Milano, ma a seguito di uno scontro a fuoco uno di loro è rimasto ferito. Le cure del medico imprigionato nella sua stessa casa sembrano essere l’ultima speranza per salvare l’uomo in fin di vita, tuttavia l’arrivo un altro membro della banda di nome Eddy cambia il corso degli eventi.

L’opera di Rigo abbraccia gli stilemi del noir, ma resta ad ogni modo un ibrido, figlio delle diverse influenze del cinema di genere del periodo.


Per stessa ammissione del regista, l’elemento commedia e l’ironia giocano un ruolo fondamentale. In effetti, rispetto a tante pellicole coeve che premono l’acceleratore su violenza, azione ed erotismo (che ad ogni modo qui non manca), i rapporti trai personaggi e le loro interazioni sono la vera spina dorsale del film. Tale direzione è ben accolta e recepita da un cast di beniamini del grande schermo italiano anni settanta, in primis il decano dello spaghetti western Anthony Steffen (al secolo Antonio De Teffé) e la versatile britannica Margaret Lee, ma anche il memorabile Luigi Pistilli e l’onnipresente caratterista Giuseppe Castellano.



In definitiva, si tratta di un lungometraggio da riscoprire per apprezzare l’impegno di un cineasta dal solido mestiere, che di lì a poco avrebbe virato verso il tubo catodico. Sebbene il ritmo non sia dei più incalzanti, punti di forza come meccanismo narrativo, soluzioni registiche, fotografia e non ultima la colonna sonora di Roberto Rizzo (diretta da Nando De Luca) rendono la visione ampiamente godibile.




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