Chainsaw Kittens - “Flipped Out in Singapore” (1992)
- alessandrogasparin1
- 25 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 23 mar
Nel pieno dell’epoca grunge un figura chiave come il produttore Butch Vig, che solo nel 1991 può esser ricordato per titoli come “Nevermind” dei Nirvana e “Gish” degli Smashing Pumpkins, è artefice dell’opera seconda di una band che nonostante tanta brillantezza è rimasta adombrata ai più. D’altronde in una scena alternative rock dominata da nomi che, oltre quelli già menzionati, rispondono a Pearl Jam, Soundgarden o Alice in Chains, emergere a livello mainstream doveva essere impresa non semplice. Fatto sta che l’album “Flipped Out in Singapore” (Mammoth, 1992), a firma Chainsaw Kittens, merita senza dubbio di essere ricordato trai più significativi di quel periodo.

Il gruppo si forma a Norman in Oklahoma nel 1989, prendendo spunto da influenze musicali che affondano nel glam rock, nel punk e nella British Invasion, le quali nel tempo saranno costantemente alla base della combinazione tra vigore e divertimento propria del complesso. Al centro del progetto sono il cantautore Tyson Todd Meade, già nei Defenestration molto apprezzati da Kurt Cobain, e il chitarrista Trent Bell, membri sempre presenti fino allo scioglimento avvenuto nel 2000.
Dopo album d’esordio “Violent Religion” (Mammoth, 1990), decisamente ispirato alla vena garage punk e prodotto dallo stesso Meade, l’anno 1992 vede la pubblicazione di Flipped Out in Singapore con una formazione che se da un lato mantiene il secondo chitarrista Mark Metzger, dall’altro annovera una rinnovata sezione ritmica con Aaron Preston alla batteria e Clint McBay al basso. Sin dall’apertura è percepita la mano di Vig in cabina di regia, con un sound che strizza l’occhio proprio alla squadra di Chicago capitanata da Billy Corgan in Bury Me o Tristessa. Se Connie I've Found the Door amplifica tutti i punti di forza della band in chiave glam con ottimi risultati, una serie di canzoni praticamente perfette come My Friend Delirium, Shannon's Fellini Movie e Angels Self Destruct sottolineano la loro estetica grintosa e al contempo scintillante. La voce stridula e sghemba di Meade si adatta all'isteria trainante della musica ancor meglio che in precedenza, mentre tutta la line-up è guidata della chitarre di Trent Bell. Inoltre, la presenza del batterista Preston dona al tutto un poderoso timbro ritmico. Ma abbondano anche vette drammatiche che inchiodano chi ascolta dall’inizio alla fine, ad esempio il ringhio in stile Iggy Pop a metà di High in High School, o momenti esilaranti come le voci di Flipped Out in Singapore. Meade propone testi meravigliosi e ricercati, sempre in bilico tra canzone d’amore, cinefilia, letteratura e religione.

Con ulteriori cambi di formazione seguirà nel 1994 “Pop Heiress” (Atlantic/Mammoth), che non deluderà le aspettative in termini di impatto sonoro e composizione. Il risultato sarà invece inferiore nei lavori successivi “Chainsaw Kittens” (Mercury/Scratchie, 1996) e “The All American” (Four Alarm, 2000). Terminata l’esperienza con i Kittens, Meade si focalizzerà sull’attività musicale da solista e nel 2018 intraprenderà anche la carriera politica nei Democratici in Oklahoma.
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